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LA BRARDO

Ogni Pradlevese conosce qualche orribile delitto compiuto dalla terribile strega che abitava a Pentenera, nel vallone che si può osservare guardando verso sud-ovest, sull’altro lato della valle.

La Brardo

Questa è la leggenda della più temuta fra le innumerevoli
masche che popolano la tradizione orale delle nostre
montagne. Una storia conosciuta da tutti i Pradlevesi che,
ancora oggi, non raccontano volentieri le vicende della
Brardo, anche detta Manho Boudrouno.

Raggiungeva il mare, Manho Boudrouno, solo per il piacere
di camminare scalza sulle acque, senza aondare. Passava
da un versante all’altro della valle volando e portare la
morte era il suo perverso piacere. Con le sembianze del
boumboùn nìe (l’ape legnaiola simbolo del nostro sentiero),
nel tempo in cui il suo sfortunato marito mangiava la mine-
stra, la strega volava fino a Savigliano o a Fossano per
uccidere vitelli nelle stalle o, macchiandosi del delitto più
orribile, per assassinare bambini.

La necessità di trasferire le sue orribili arti a un’erede fu
fatale alla Brardo. In un’estate piovosa, il marito della
strega salì con la loro figlia sui prati della Roucheto per la
fienagione. Quel giorno, dopo settimane di pioggia, il sole
era tornato a splendere e l’uomo non nascondeva la sua
soddisfazione perché il fieno sarebbe finalmente seccato.

La bambina però voleva dimostrare di avere appreso la
magia nera dalla madre e disse all’uomo che avrebbe fatto
diluviare di lì a poco. Così accadde. L’uomo, scoperto che
la moglie aveva insegnato oscuri sortilegi alla bambina,
denunciò la donna ai frati Cappuccini del convento di Ca-
raglio. Questi salirono in Valle e catturarono la strega che,
attraversando Pradleves in catene, riuscì, con la sua
magia, a rompere l'acquasantiera in marmo all’interno
della chiesa parrocchiale. La Brardo finì la sua vita sul
rogo, a Saluzzo. Prima di morire confessò che nemmeno
sette coppie di buoi sarebbero riuscite a trascinare tutti i
collari dei vitelli e le fasce dei bambini che aveva ucciso
durante i suoi voli notturni.

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