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Da vedere a Pradleves

LA EX CENTRALE “GALLINA”
Comune Pradleves La ex centrale “Gallina” prende il suo nome dall’ultimo proprietario che trasformò questo antico impianto preindustriale in una centrale idroelettrica. Probabilmente la struttura ospitava fina dal XV secolo un follone per la battitura dei panni di lana, forse di proprietà della famiglia Calandri, il cui nome è rimasto nel toponimo che indica i terreni su cui è costruita la Centralina. Tale attività è documentata negli statuti delle comunità di Pradleves e Monterosso. IN epoca più tarda, probabilmente a partire dalla fine del Cinquecento, la struttura viene convertita in una fucina per la lavorazione del ferro. I primi documenti che riguardano questo edificio sono della fine del 1700 e sono costituiti dalla richiesta che Bernardo Isaia di Pradleves inoltra al governo francese per l’ampliamento della fucina. Nel corso del secolo successivo, sotto la spinta della pressione demografica, alla fucina si affiancano un mulino a tre palmenti e una falegnameria. Tutte le macchine attive nell’impianto, il maglio, i mulini, le seghe, erano tutti mossi dalla forza idraulica impressa su due ruote. Nei primi decenni del Novecento agli impianti artigianali originari si affianca una piccola centrale idroelettrica che fornirà l’energia elettrica a Pradleves fino alla fine degli anni Settanta quando arriverà la linea dell’ENEL. Comune Pradleves All’inizio degli anni 2000 un importante progetto di recupero voluto fortemente dall’amministrazione comunale e dalla Comunità montana viene finanziato e l’edificio che versava ormai in pessime condizioni viene restaurato. Attualmente è possibile visitare la fucina, in cui sono ancora visibili il maglio a testa d’asino e la forgia, il mulino a tre palmenti, la piccola stalla in cui venivano ristorati gli animali da soma che avevano condotto dalle frazioni i cereali per la molitura e alcune parti degli strumenti per la produzione dell’energia elettrica.

BARMO GRANDO
Questa grotta, che si trova sulla sinistra orografica, a circa 1300 s.l.m., nel vallone del Teié, è la più importante cavità naturale presente in valle Grana. L’apertura è ampia alcune decine di metri, e di ugual ampiezza si può dire sia la profondità. All’interno è possibile vedere alcune stalattiti e stalagmiti.

LA CHALANCHO
Comune Pradleves Una borgata di pietra aggrappata alla montagna. Sembra scivolare questo pugno di case sopra Pradleves, oggi abitata da una sola famiglia, ma che alla fine dell’Ottocento raggiunse quasi le cento persone. Vi si accede da una carrareccia che attraversa la parte inferiore del vallone del Gerbido che muore all’imbocco della frazione. Le automobili non possono infatti entrare nella frazione, solo una mulattiera, recentemente restaurata garantisce l’accesso alle abitazioni. Proprio queste condizioni estreme hanno garantito che questo insediamento si mantenesse indenne dagli attacchi della speculazione edilizia che invece ha colpito il concentrico negli anni del boom dello sviluppo turistico. Gli edifici rispecchiano ancora il modo di abitare la montagna di una civiltà contadina povera, Comune Pradleves basata prevalentemente sulla coltura del castagno. Musi a secco, strette e buie “quintane”, le case costruite le une addossate alle altre, fanno di questa frazione un luogo quasi magico, ma anche la testimonianza più forte della capacità di adattamento della nostra specie a ogni tipo di condizione ambientale.