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Il Turismo a Pradleves

L’inizio dell’attività turistica risale alla seconda metà del 1800. Nel 1858 è presente nel paese una
famiglia di “obergisti”, composta dal capofamiglia Battista Monetto, dal figlio Antonio, con la moglie Margherita, e i quattro nipoti. Antonio Monetto è appena tornato nella comunità, dopo aver trascorso forse un decennio a Cambiano, dove si sposa e dove, tra il 1850 e il 1857, nascono i suoi figli. I Monetto gestiscono la prima struttura ricettiva di Pradleves. 

Nel villaggio esistono anche due osterie, quella di Marco Garnerone e quella della famiglia Giartosio, che associa alla vendita di vino anche una piccola bottega e l’attività di carrettiere. Al rilevamento del 1871 scompaiono i Monetto “obergisti”, ma le osterie diventano quattro. Nel 1879 viene introdotta la linea postale che collega Caraglio con i centri della valle: una corsa collega Caraglio con Valgrana, due corse Valgrana con Monterosso, due corse Caraglio con Pradleves; unico comune isolato è Castelmagno per la mancanza di una strada carrozzabile. Dieci anni dopo, nel 1889, la Guida del Club Alpino Italiano, stilata da Martelli e Vaccarone, segnala l’albergo dell’Angelo, giudicato dagli autori “buono” di proprietà della famiglia Camossetti, che sorge nelle immediate vicinanze della fucina di proprietà della famiglia, mentre nel 1891 viene aperto da Bernardo Martini e dal figlio Spirito della Vilo, l’albergo “Belvedere”.  

Negli stessi anni Stefano Durando, emigrato a Torino, torna nella comunità e ristruttura, adattandolo ad albergo, il castello che era stato dimora dei Saluzzo di Monterosso e Pradleves. Nel 1902 tra le pagine della guida Oggero alla provincia di Cuneo è inserita la pubblicità del "Grande Albergo del Castello" di Pradleves, l’inserzione sottolinea la caratteristica di “stabilimento climatico estivo”, e promette trattamenti speciali per le famiglie. La medesima pagina pubblicitaria si ritrova sulle guide degli anni 1903, 1904 e 1905 e ancora in una guida turistica del 1905 alla voce Pradleves si legge: “conta vari alberghi, ed uno ne ha, quello del Castello (...) che da parecchi anni è venuto trasformandosi in vera e propria res
idenza per la cura climatica (...) La colonia che ogni anno in estate vi si stabilisce e nella quale domina spesso l'elemento torinese...”  Lo sviluppo dell’attività turistica inizia, dunque, a partire dalla seconda metà degli anni ’80 del secolo, precedendo di almeno un trentennio quello degli altri centri delle valli alpine occidentali ed è sostenuto dalle famiglie notabili della Vilo.
 La strategia adottata sembra la stessa per tre delle quattro famiglie che avviano lo sfruttamento della moda turistica nella comunità: sono tutte famiglie notabili del capoluogo i cui componenti ricoprono cariche amministrative e, dopo un periodo di emigrazione a Torino dove svolgono probabilmente attività di tipo commerciale, questi ritornano nella comunità e reinvestono nella costruzione di strutture ricettive i capitali accumulati con le attività svolte all’esterno della comunità.  Lo sviluppo della ricettività alberghiera permette l’impiego di parte della manodopera in eccesso sostiene una nuova crescita demografica che si verifica nei primi anni del Novecento, quando la popolazione arriva a toccare le 1300 unità.  Nel periodo Fascista l’albergo del Castello raggiunge una fama regionale e accoglie esponenti della nobiltà torinese e dell’alta borghesia legata all’industria dell’automobile. Il proprietario diventa podestà del paese e, molto probabilmente, utilizza le conoscenze nel Partito Fascista per pubblicizzare il suo albergo. La villeggiatura ormai è una moda consolidata tra le classi agiate cittadine.   Ma sarà nel secondo dopoguerra e in particolare negli anni del boom economico che Pradleves si trasformerà in una delle più conosciute mete per la villeggiatura del Piemonte. All’albergo del Castello e al Belvedere si affiancano una serie di strutture ricettive che, nate come osterie, con piccoli, ma costanti, interventi di ampliamento si trasformano in alberghi di discrete dimensioni. L’albergo Alpino, l’albergo del Molino, le Tre Verghe d’Oro, l’albergo della Pace, il Croce Bianca. Se negli anni Cinquanta è ancora l’alta borghesia torinese a raggiungere la nostra comunità, tra la fine degli anni Sessanta e i l’inizio dei Settanta, con l’avvento del turismo di massa, sono le nuove classi medie a frequentare Pradleves nel periodo estivo. Nella comunità poi affluiscono i discendenti degli emigranti che nel cinquantennio precedente avevano lasciato i l paese per la Francia. In questi anni la comunità si guadagna il titolo di Regina della valle Grana.  Negli ultimi anni del secolo il settore turistico è colpito dalla crisi.  Attualmente sono aperti tutto l’anno L’albergo del Molino e il Tre Verghe d’Oro, mentre l’albergo La Pace e l’albergo del Castello sono aperti solo nel periodo estivo. Permane comunque una buona affluenza nel periodo estivo costituita prevalentemente da famiglie con bambini e anziani.